La Foresta Demaniale di Mont’Arbu (Seui, NU)
La Foresta Montarbu (ha 2.767) divenne demanio statale nel 1926, quindi con la costituzione della R.A.S. divenne patrimonio regionale affidato all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sarda.
Il paesaggio è caratterizzato dai “tonnèri”, tacchi calcarei dell’Era Secondaria (Mesozoico), di elevata potenza, su substrato scistoso. La punta più alta è la punta Pubusa (m. 1324).
Alla morfologia tipica dei calcari, in cui si riscontrano frequenti dirupi, falesie, doline, campi carreggiati, etc., si alternano le forme più dolci, con pendii intercalati da vallecole, tipiche degli scisti paleozoici.
La Foresta è attraversata dal Flumendosa, uno tra i più importanti fiumi della Sardegna, e da molti corsi d’acqua minori; sono presenti inoltre numerose sorgenti, soprattutto nei punti di contatto tra i calcari, più permeabili, e gli scisti, meno permeabili (sorgenti di contatto).
Secondo la classificazione fitogeografia dell’ Arrigoni (1968), nella Foresta si riscontrano il climax degli arbusti montani prostrati e delle steppe montane mediterranee, le cui specie indicatrici sono, tra le altre, il ginepro prostrato, l’efedra delle Nebrodi, l’armeria sarda, ed il climax delle foreste di leccio con i suoi orizzonti freddo –umido e mesofilo, le cui indicatrici più significative sono, rispettivamente, il tasso, l’agrifoglio, il carpino nero, etc., ed il terebinto, il viburno, il pungitopo, etc.
Le sponde dei corsi d’acqua sono delimitate dagli ontani frammisti ai salici e all’erica terminale.
I boschi naturali sono costituiti prevalentemente dal leccio e dal carpino, e rappresentano quasi il 50% del territorio, quindi sono presenti zone a macchia ed incolti e rimboschimenti artificiali, costituiti prevalentemente da conifere consociate a latifoglie.
La fauna è quella tipica degli ambienti boschivi montani; sono presenti l’aquila reale, l’astore, lo sparviere, il colombaccio etc. Un tempo erano presenti anche i tre grandi avvoltoi: il grifone, l’avvoltoio monaco e il gipeto, ormai estinti nella zona. Tra i mammiferi ricordiamo il muflone, che qui si trova con popolazioni numerose allo stato naturale, il daino ed il cervo sardo che sono stati invece oggetto di reintroduzione. In foresta vivono poi il gatto selvatico, la martora, il topo quercino; ai margini del bosco vivono invece la lepre, il coniglio selvatico, la pernice ed altre specie cacciabili come la volpe ed il cinghiale. Molto elusivo e difficile da vedere è il merlo acquaiolo che nidifica invece lungo i corsi d’acqua.