Sistema diffuso di informazione ed educazione ambientale sulle foreste

Complesso Forestale Barigadu - Sentiero didattico

 

“Sulla via dei carbonai”

 

Località:

Su Murtorgiu – Assai

Aree tematiche:

Paesaggi naturali e culturali; Segni del passato

Percorso:

lineare 2,0 km

Pendenza:

pianeggiante

Difficoltà:

molto bassa

Tempo di percorrenza:

80’ a passo lento

Area di sosta:

attrezzata con tavoli e panche in località Su Mortorgiu;

Abbigliamento:

abiti sportivi e comodi, scarponcini o scarpe da tennis.
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utilità schede tecniche flora - schede tecniche fauna

 

 

Il lungo lavoro operato nelle aie carbonili ha caratterizzato in maniera significativa il sentiero che andiamo a percorrere. Segno evidente dell’intervento umano è la predominanza nel paesaggio vegetale della quercia da sughero. Benché le condizioni pedoclimatiche siano favorevoli alla specie, con suoli derivanti dal disfacimento dei graniti a pH sub-acido e optimum climatico con inverni miti, oltre 700 mm di pioggia annui ed estati lunghe ed asciutte, l’uso del territorio per le attività agricolo-pestorali ha contribuito notevolmente alla sua diffusione,

 

Nella prima metà del secolo scorso vi è stata una importante produzione di carbone e di traversine per la messa in opera della rete ferroviaria isolana, operata da famiglie provenienti prevalentemente dalla Toscana, che si sono poi insediate nel territorio. Queste attività hanno comportato un’utilizzazione eccessiva del leccio e delle altre essenze della macchia che, indirettamente, ha favorito lo sviluppo della sughereta; ossia, vi è stata una progressiva sostituzione dell’originaria foresta di leccio con il bosco di sughera.

 

Ad appena 10 minuti di cammino, superato il cartello che indica la vedetta, sulla destra sono evidenti i segni dell’ultima aia carbonile utilizzata di recente (2004), nel bel mezzo di una sughereta percorsa da incendio nel 1992 ed in via di ricostituzione.

 

Lungo il sentiero incontriamo molte piccole radure, sia naturali che realizzate appositamente per la sosta; molto spesso si tratta invece aie carbonili, ampiamente diffuse in tutta l’isola e segno evidente di passate utilizzazioni del bosco. In molti casi, quando l’asportazione della legna derivata dai tagli periodici risultava difficoltosa o particolarmente onerosa, sia per la distanza o magari per le condizioni del terreno, particolarmente accidentate, si preferiva optare per la sua trasformazione in carbone, di più facile ed economico trasporto.

 

Man mano che ci si inoltra verso il cuore della foresta ci si rende conto della ricchezza di questo territorio e di quanto la natura sia ricca e generosa: non è difficile imbattersi in agili quanto sfumate ed improbabili ombre che, quasi di incanto, con balzi fulminei, attraversano la carrareccia. Si tratta dei daini, elusivi ma curiosi, di aspetto maestoso seppure delicato, che si rifugiano poi nel folto del bosco. Talvolta ma assai più raramente, potrebbe trattarsi di un cervo, presente nell’area con pochi esemplari.

Oggi nell’Oasi di protezione faunistica di Assai, ma anche nelle aree contigue, è possibile ammirare questi animali in libertà, mentre pascolano nelle ampie radure, seguono i primi passi dei piccoli o si abbeverano nei rari ruscelli e nelle sorgenti.

 

Seguendo il sentiero si giunge in località “ Su Mortorgiu”, dove ha sede la struttura ricettiva della foresta. Quì che è possibile osservare una carbonaia verticale o a catasta.

La prima fase di tutto il processo di lavorazione consisteva nella ricerca di un’area idonea, possibilmente pianeggiante, o, in caso contrario, renderla tale mediante modesti scavi e la realizzazione di muretti di contenimento.

Alla base della scelta del luogo ove realizzare l’aia carbonile vi erano delle considerazioni sia di carattere economico che tecnico. Si doveva tenere conto della distanza della stessa dal punto di utilizzazione del bosco e dell’imposto del prodotto finito.

In secondo luogo si doveva prestare molta attenzione alla direzione dei venti dominanti, infatti l’aia doveva essere efficacemente protetta dal vento che poteva danneggiare grevemente la carbonaia, asportandone lo strato terroso superficiale col rischio, letteralmente, di mandare tutto in cenere.

Infine, non di secondaria importanza, l’aia carbonile doveva sorgere in prossimità di un qualche punto d’acqua, necessaria, alla fine del processo, per arrestarne in maniera compiuta e totale i fenomeni combustivi.

Una volta scelta l’area si provvedeva alla realizzazione della catasta, che richiedeva particolare attenzione e maestria poiché si trattava di costruire un perfetto tronco di cono del diametro medio di 4-5 metri mediante la particolare disposizione di tronchetti di lunghezza media 1,00-1,20 metri, di diametro variabile.

 

Percorrendo il sentiero indicato nella cartografia, appena superato il recinto di pre-ambientamento del cervo sardo, si giunge ad una area di sosta in prossimità di un bivio, e proseguendo diritti si giunge al limite di confine dei territori comunali di Neoneli e di Nughedu Santa Vittoria.

Qui è d’obbligo una sosta per l’osservazione degli esemplari di quercia da sughero presenti, infatti, questi consentono una attenta analisi della produttività di sughero della foresta, sia sotto il profilo quantitativo che, in particolare, sotto quello qualitativo.

Ecco che è possibile osservare da vicino:

-  la disetaneità della sughereta;

-  il diverso turno di utilizzazione (decortica);

-  l’accrescimento del sughero;

la qualità merceologica del prodotto;

la presenza di malattie fungine e altri parassiti.

 

Questo può essere lo spunto per un ulteriore approfondimento in classe sulla la filiera produttiva del sughero: il mercato isolano, nazionale ed internazionale della materia prima, l’industria di trasformazione dei prodotti finiti e la normativa regionale sulla salvaguardia e tutela di questa essenza che ha un’importanza strategica per il territorio. La sua gestione e conservazione assume importanza ai fini di uno sviluppo socio-economico che tenga conto degli aspetti tradizionali e culturali del territorio legati a questi boschi e sappia coniugare la valorizzazione e la conservazione di questi paesaggi vegetali.